mercoledì 21 ottobre 2015

Laboratorio di Aperta-Mente in collaborazione con l'Università di Trento

In attesa del calendario delle attività che avranno luogo durante l'a.s. 2015/2016, Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi, tra scienza e conoscenza propone un laboratorio, diretto a educatori e insegnanti,  dal titolo "Il pensiero narrativo in educazione". 
Nato dalla collaborazione di Aperta-Mente con Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell'Università di Trento e da un'idea di Marco Dallari e Claudia Cattani il laboratorio si svolgerà presso la sede del Dipartimento, a Rovereto in corso Bettini n. 84, nei giorni di mercoledì 21 e 28 ottobre alle a partire dalle ore 15,00 (con una durata prevista di 3 ore a incontro). A questi si aggiungerà un terzo appuntamento la cui data è in via di individuazione.

L’universo delle narrazioni, l’importanza del conoscere storie e racconti, la fondamentale caratteristica umana di “pensare per storie” sono, da un po’ di tempo, all’attenzione non solo di chi si occupa di antropologia, epistemologia e scienze cognitive, ma anche del mondo dell’educazione e della formazione. 

L'esigenza narrativa è duplice: da un lato riguarda i vissuti, le soggettività, ed è legata alla necessità di non perdere, anzi di potenziare, nelle relazioni educative e di cura, identità personale e coscienza autobiografica. Dall'altro riguarda il modello epistemologico di riferimento, e la coscienza di come, in nome di una presunta "oggettività" d’impostazione analitico-tassonomica, non sia né deontologicamente opportuno né scientificamente ed operativamente vantaggioso (come spesso si faceva e ancora si fa a scuola) rinunciare alla densità e all'intensità del paradigma narrativo. L'universo narrativo, infatti, non si riferisce soltanto ai racconti, alle storie, alle narrazioni che ne costituiscono corpus e modello paradigmatico di riferimento, ma riguarda tutta la sfera della narratività: l’universo dei racconti e delle narrazioni ma anche i modi di raccontarli e interpretarli e soprattutto le facoltà intellettuali e cognitive implicate nel pensiero e nelle pratiche narrative. Riguarda cioè quel sapere narrativo, del quale già nella seconda metà del 1900 ci parla Jean-François Lyotard (Lyotard 1979) e che oggi è ripreso e analizzato anche con gli strumenti delle scienze cognitive. I modelli narrativi risultano essere autentici congegni epistemologici, come da tempo sostiene Gregory Bateson,  per il quale caratteristica peculiare degli esseri umani è "pensare per storie”.  Solo i modelli e le strutture della narrazione infatti sono capaci di conferire senso e ordine a ciò che gli esseri umani pensano e scoprono, ma anche alle rappresentazioni che gli individui costruiscono di se stessi . Soprattutto, per Bateson, la narrazione è un congegno che connette.

Connette gli ingredienti del racconto e connette le persone che lo condividono, che divengono così una comunità. Secondo Bateson, la “struttura che connette riguarda vari aspetti e livelli della relazione, altro dalle logica finalistica di stampo razionalistico […]; quale struttura connette il granchio con l’aragosta, l’orchidea con la primula e tutti e quattro con me? E me con voi e tutti noi con l’ameba da una parte e lo schizofrenico dall’altra?” (G. Bateson 1984)   Questa “struttura” (forse sarebbe più appropriato dire questa “forma”) è quella della narrazione, che permette di conciliare, anziché separare, gli opposti.

Da queste considerazioni prende forma una proposta di formazione declinata su tre momenti nei quali si intende: 

a) Individuare e discutere le principali caratteristiche e funzioni del congegno narrativo, cercando di individuare i modi in cui i differenti campi di applicazione dei partecipanti possono utilizzarle e incrementarle (primo incontro: mercoledì 21 ottobre)

b) Attivare un laboratorio della narrazione di sé attraverso una strategia simbolica, che, utilizzando il modello della poesia visiva, utilizzi la collaborazione del linguaggio delle parole e quello dell’immagine (secondo incontro: mercoledì 28 ottobre) 

c) dipendentemente dalla classe e materia di insegnamento di ciascuno, si individueranno e, possibilmente, sperimenteranno strategie e strumenti per incrementare le competenze di narratori negli operatori e negli utenti dei differenti servizi. Quest’ultimo momento dell’attività formativa verrà seguito e monitorato soprattutto “a distanza” (terzo incontro in data da definire insieme ai presenti);  la progettazione concreta di attività, strategie  e strumenti sarà sviluppata individualmente e monitorata a distanza e poi sperimentata  nella realtà di lavoro di riferimento di ciascuno; a valle della sperimentazione ci si ritroverà in un quarto incontro di condivisione e valutazione/autovalutazione

Questa attività, che gli organizzatori si augurano possa costituire l’occasione per la nascita di una comunità di pratiche narrative capace di proseguire anche in maniera autonoma attività capaci di incrementare le risorse narrative nei diversi servizi, nasce dalla consapevolezza di come solo attribuendo alla lettura e al raccontare le prerogative del laboratorio e conferendo ad essi la dignità dell’esperienza nell’accezione attribuita a questo termine da John Dewey, possiamo sperare di restituire alla sfera della narratività l’interesse e il vissuto di appagamento sensibile che possono garantirne la presenza nella cultura dei giovani e dei futuri adulti e cittadini.
   

Riferimenti bibliografici:
Lyotard J.F. (1979) La condizione postmoderna: rapporto sul sapere, Milano: Feltrinelli, 1981.
Bateson, G. (1984) Mente e natura, un'unità necessaria, Milano, Adelphi, 1985, p. 21; Cfr anche: Bateson, G. (1977) Verso un'ecologia della mente, Milano, Adelphi, 1978.
Bruner, J. (1996). La cultura dell’educazione. Milano: Feltrinelli, 2000.
Dallari M. Testi in testa, parole e immagini per educare conoscenze e competenze narrative, Trento, Erickson, 2012.
Dewey J. (1938) Esperienza e educazione, Milano, Raffaello Cortina Editore 2014


I relatori:


Claudia Cattani è docente di ruolo nella scuola secondaria in utilizzo presso il Dipartimento di psicologia e scienze Cognitive dell'Università di Trento sui temi della gestione del gruppo di apprendimento, sul lavoro di equipe a scuola, sui ruoli di coordinamento, sulle metodologie didattiche attive. Supervisore di tirocinio e stage aziendali (coordinamento e rielaborazione esperienza) in corsi di formazione e master. Coordinatore didattico e docente in Master e Corsi di perfezionamento universitari (Master in Metodologia della ricerca in educazione, perfezionamento annuale sulla figura del Docente tutor, ecc..) presso la facoltà di Scienze Cognitive dell’Università di Trento. 



Marco Dallari è Ordinario di Pedagogia Generale e Scienza della Formazione presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive. Ideatore e direttore del Laboratorio di Comunicazione Efficace (vedi http://web.unitn.it/cogsci/8318/laboratorio-di-comunicazione-efficace-e-narrativita), già docente di Pedagogia presso la facoltà di Lettere dell’Università di Trento, di Didattica dell’Attività Artistica presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna e di Educazione comparata presso l’Università di Messina, è autore di pubblicazioni tra cui I saperi e l’identità (Milano, Guerini 2000), L’arte come educazione sentimentale (Bologna, Art’è, 2001), Posta Prioritaria (Roma, Meltemi, 2001), L’uomo dall’impermeabile (Pesaro, Metauro, 2004).