venerdì 29 aprile 2016

Laboratorio "Un mondo a colori"

Giovedì 28 aprile la classe I elementare di Folgaria, accompagnata dalle maestre Annamaria e Agnese, è scesa a Rovereto per assistere,  presso il Museo Civico, al laboratorio Un mondo di colori. In linea con l’impostazione di Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza circa le diverse, e possibilmente originali, strade della divulgazione scientifica, l’attività era strutturata in due momenti molto differenti fra loro ma davvero efficaci nel richiamare i rispettivi contenuti. Inizialmente siamo stati accompagnati nel planetario dove l’operatrice del museo ci ha svelato il significato del nome del nostro laboratorio. 

Un mondo di colori” che saremo andati a scoprire non è altro che il nostro pianeta. Osservando una fotografia satellitare della Terra, i bambini dovevano provare a rispondere come mai si possono vedere zone blu e zone verdi, oppure altre gialle, marroni e bianche. “C’è tanto blu perché c’è il mare e c’è tanto giallo perché ci sono… le spiagge!”

Beh, non soltanto quelle. Ci sono i deserti e le foreste e i ghiacci perenni, ma anche le nuvole. E il cielo? Come mai, nelle diverse ore del giorno e della notte, il cielo assume sfumature di colore tanto diverse? Con delle belle fotografie proiettate sulla parete del planetario scopriamo che c’è differenza tra i colori dell’alba e del tramonto e che di ciascuna di esse esistono molte varianti. Un’aurora può spaziare dal viola al giallo oro passando per numerose tonalità di rosso e di arancione. Ma perché mai il cielo è colorato di giorno e non di notte? 

Foto fonte web

È tutto merito dell’aria. “Forse perché l’aria, soffiando, spinge giù i raggi del sole?”- ipotizza qualcuno. L’atmosfera, cioè l’aria che sta tutta intorno alla Terra come una specie di coperta, filtra la luce “colorando” l’aria. E di notte? Com’è l’aria senza colore? “Triste!” esclama qualcuno. “Non ci piace…” aggiunge qualcun’altro. In verità l’aria non ha alcun colore, è trasparente. E per questo motivo di notte, quando il sole è nascosto a noi, riusciamo a vedere il “vero” colore del cielo: il buio e le luci delle stelle. Di notte, infatti, non è più come se guardassimo attraverso il vetro opaco di una finestra chiusa ma è come se la aprissimo. 

E sono proprio le stelle che ora vogliamo vedere: siamo entrati nel planetario apposta! Così si spengono le luci e un proiettore simula il variare del cielo sopra Rovereto nelle diverse ore del giorno. A mano a mano che osserviamo il sole compiere il suo arco, l’oscurità si fa sempre più fitta ma mai totale. Purtroppo anche il planetario ci ricorda il problema dell’inquinamento luminoso ma con un po’ di magia possiamo spegnere tutto ed ammirare il pieno cielo stellato proprio come se fossimo in un prato d’alta montagna. 

Ora le esclamazioni di meraviglia si sprecano e ci viene insegnato come individuare la stella polare moltiplicando per cinque volte la distanza che separa Dubhe e Merak, le stelle frontali del Carro Maggiore. Accelerando il trascorrere della notte è ben visibile anche l’apparente fissità della Polare mentre tutto intorno a lei si proiettano le costellazioni rotanti dello zodiaco.

Al termine della visita al planetario, siamo tornati all’interno del museo per salire al terzo piano, dove Paola Conzatti ci aspettava per la seconda parte del laboratorio, tutto incentrato sulla pittura. Ma non avremmo dipinto un tema qualsiasi, bensì il giorno e la notte, scoprendo quali tecniche ci permettono di riportare al meglio quei colori del mondo di cui abbiamo appena scoperto i segreti. Davanti ad ognuno di noi c’era una tavoletta di compensato con due cartoncini per acquerello. 

Il cartoncino per disegnare il giorno era tutto bianco; Paola ci ha dato la libertà di sbizzarrirci nel creare albe e tramonti con le matite acquerellabili, che poi abbiamo sfumato andando a ripassare con un pennello umido. “È molto importante!, ha sottolineato Paola, “non lasciare nessuno spazio bianco”. Infatti nel cielo di tutti i giorni non esiste alcuno spazio vuoto di colore, tra l’azzurro lassù e il verde o il marrone del suolo. 

Foto fonte web

Per disegnare la notte, invece, il nostro cartoncino è stato spennellato con due mani di acquerello sciolto blu scuro, poi una piccola spennellata di verde ha fatto da terreno di partenza: soffiando sul colore ancora fresco con delle cannucce, le goccioline si sono allungate e si stiracchiate in tutte le direzioni, andando a creare delle sagome intricate simili a degli alberi frondosi nell’oscurità. La luna e le stelle invece sono apparse, alla fine, grazie ad una vera e propria magia. Su ogni cartoncino Paola aveva applicato in precedenza della mascheratura per acquerello, una specie di gomma con la quale ha ricreato la mezzaluna e tante piccole stelle. 

Una volta che l’acquerello si è asciugato, la mascheratura si è staccata facilmente lasciando una piccola astronomia in negativo, perfettamente bianca come il cartoncino, risaltante come la luce pallida delle stelle. Purtroppo il tempo è passato in fretta ed è arrivata in un baleno l’ora di ripartire per Folgaria; il cielo si è fatto grigio ed inaspettatamente freddo per la fine di aprile. 

Eppure presto torneranno le giornate assolate di primavera e guardando lassù non vedremo più soltanto una calotta azzurra, ma un’infinita coperta d’aria colorata dal sole.


Cronaca di Alessandro B. per Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza

domenica 17 aprile 2016

Bibliografia di Aperta-Mente

Nelle giornate del corso di aggiornamento di Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza dello scorso settembre (http://progettoapertamente.blogspot.it/p/corso-di-aggiornamento.htmlnegli interventi che si sono susseguiti e non solo, si è fatto riferimento ad una bibliografia che, nella sua forma ancora provvisoria, trovava posto in un fascicolo distribuito a tutte le persone partecipanti. Ora, quella stessa bibliografia, è disponibile nella sua versione riveduta, corretta e ampliata. Tutta da sfogliare o da consultare (in basso, ordinata per sezioni)

Ecco il link







Le cose dell’astronomia, dell’ottica, dell’acustica

Albanese, L., Cattaneo, A., Minibum, Jaca Book, 2015
Anno, M., Loup y es-tu?, L'école des loisirs, 1979
Berne, J., Radunsky, V., Quel genio di Einstein, Donzelli, 2013
Boyd, L., Flashlight, Chronicle Books, 2014
De Latil, P., I pianeti, la luna e lo spazio, Mursia, 1969
Degl’Innocenti, F., Alemanno, A., Sam vola tra le stelle, Coccole Books, 2015 
Diki, La storia delle stelle, Diki-Books, 1978
Elschner, G., Saillard, R., Un’invenzione geniale, JacaBook 2015
Fischer, J., Wild about shapes, Flying Eye Books, 2014
Foll, D., Ceci ou Cela?, éditions MeMo, 2010
Gurowska, M., Colours, éditions MeMo, 2008
Gutiérrez Llano, P., Castaño Mesa, S., Mil orejas, Tragaluz Editores, 2014
Hartley, G., Colores sabores, Petra Ediciones, 2007
Hyun-Seon Kang, Blue Bicycle, Jaimimage Publishing Co., 2013
Komagata, K., Found it!, One Stroke, 2005
Lionni, L., Sulla spiaggia ci sono molti sassi, Emme Edizioni, 1961
Lyward, J., This is... Un libro in quattro lingue, Topipittori, 2015
Mellier, F., Dans la lune, Editions du livre, 2013
Mira Pons, M., Barborini, R., Il cielo a piccoli passi, Motta Junior, 2001
Sabini, O., Paper Zoo: Create Collage Animals, Thames & Hudson, 2015
Weinhold, A., Esperimenti e scoperte, La coccinella, 2006
Wondriska, W., Il suono delle cose, Corraini Edizioni, 2012



Le cose della matematica, della geometria, del disegno, dell’arte

Ah-Hae Joon, Hye-Won Yang, Chi mangerà la pesca?, Editoriale Scienza, 2008
Altés, M., Io sono un artista, Emme, 2015
Ascari, G., Valentinis, P., Oltre il giardino del signor Monet, Lapis, 2015 
Bazzurro, F., Sironi, M., Viva la natura morta!, Topipittori, 2013
Bertier, A., C'est égal, éditions MeMo, 2013
Bertier, A., J'additionne, éditions MeMo, 2013
Bertier, A., Je divise, éditions MeMo, 2012
Bertier, A., Je multiple, éditions MeMo, 2012
Bertier, A., Je soustrais, éditions MeMo, 2013
Carrer, C., Sironi, M., Giotto. Quaderno di disegno, Topipittori, 2015
DADA, Artebambini (rivista)
Friedman, S., Amodeo, C., Matisse's Garden, MoMA, 2014 (in corso di stampa per Fatatrac)
Hartley, J., ¿Círculo o cuadro?, Petra Ediciones, 2006
Hook, J., Demonti, I., Wendy and the Wallpaper Cat, Victoria & Albert, 2015
Komagata, K., 1 to 10, One Stroke, 1991
Mari, I., Il tondo, Babalibri, 2014
Pescador, L., Sironi, M., Depero e la casa del mago, Topipittori, 2015
Queen Victoria, Pieropan, C., The Adventures of Alice Laselles, Royal Collection Trust, 2015
Scarabottolo, G., Sironi, M., Quadri quadretti e animali, Topipittori, 2012
Shapur, F., Tondo, tondo e quadrato, Topipittori, 2015
Tonzig, D., Facciamo che io ero, Artebambini, 2015
Wright, M., Nicola niente nanna, Nord-Sud, 2008
Zoboli, F., Sironi, M., Dame e cavalieri, Topipittori, 2012



Le cose dell’anatomia e della percezione multisensoriale

Armellini, C., Ti faccio a fettine, Topipittori, 2015
Ascari, G., Valentinis, P., Yum: il cibo in tutti i sensi, Franco Cosimo Panini Editore, 2015
Bozzi, R., Zagnoli, O., Il mondo è tuo, Terre di mezzo, 2013
Carle, E., Dalla testa ai piedi, La Margherita Edizioni, 2009
Carle, E., Il piccolo Bruco Maisazio, Mondadori, 2002
Clima, G., Il nostro corpo, La coccinella, 2015
Couprie, K., Dictionnaire fou du corps, Editions Thierry Magnier, 2012
Couprie, K., Louchard, A., À table!, Éditions Thierry Magnier, 2008
Couprie, K., Louchard, A., Au jardine, Éditions Thierry Magnier, 2003
Hartley, G., Pica, no pica, Petra Ediciones, 2013
Humbert, N., Veau, vache, cochon, La Joie de Lire, 2012
Kliting, L., Teodoro fa la torta, Editoriale Scienza, 2014
Knapp, B., Cosa mangiamo?, Editoriale Scienza, 1993
Komagata, K., I'm gonna be born, One Stroke, 2011
Mari, I., Mari, E., L’uovo e la gallina, Babalibri, 2004
Mari, I., Mari, E., La mela e la farfalla, Babalibri, 2004
Martins, I., Matoso, M., Quanti siamo in casa, Topipittori, 2011
McCaughrean, G., Lambert, S., L’orologio della nonna, Mondadori, 2003
Niccolini, F., D'Elia, L., Cortesi, S., Aspettando il vento. Una fiaba verso sud, Becco Giallo, 2014
Selig, A., Tutt’altro, Federazione nazionale delle Istituzioni pro Ciechi, 2012
Shapton, L., The native trees of Canada, Petits livres, 2010
Simler, I., Amici di Piuma, Terre di mezzo , 2015
The agile rabbit visual dictionary of fruit, The Pepin Press, 2006
Yagyu, G., Agujeros de la nariz, Media Vaca, 2008
Yagyu, G., Plantas de los pies, Media Vaca, 2008



Le cose della storia, della paleontologia, dell’archeologia

Anno, M., Il viaggio incantato, Emme, 1978
Bachelet, G., Napoleon champignon, Motta Junior, 2006
Birger, T., Ho sognato la cioccolata per anni, Piemme, 1999
Bloor, E., London calling, Rizzoli, 2008
Boyne, J., Resta dove sei e poi vai, Rizzoli, 2013
Bruckner, K., Il gran sole di Hiroshima, Giunti Junior, 2000
Buongiorno, T., Camelot. L'invenzione della Tavola rotonda, Salani, 1997
Buongiorno, T., Il ragazzo che fu Carlomagno, Salani, 2003
Campagnaro, M., La grande guerra raccontata ai ragazzi, Donzelli, 2015
Carlotto, M., Il giorno in cui Gabriel scoprì di chiamarsi Miguel Angel, EL, 2005
Carminati, C., Fuori fuoco, Bompiani, 2014
Chen Jiang Hong, Io e Mao, Babalibri, 2008
Cohen-Janca, I., Quarello, M., L’ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini, orecchio acerbo, 2015
D’Adamo, F., Oh, freedom!, Giunti, 2014
D’Adamo, F., Storia di Iqbal, EL, 2001
Dahl, R., In solitario. Diario di volo, Salani, 1994
Delafosse, C., Badreddine D., I dinosauri, L’ippocampo Junior 2012
Denti, R., La mia Resistenza, Rizzoli, 2010
Domenichini, B., Ficarelli, E., a cura di, E per questo resisto, Idest, Campi Bisenzio, 2005
Dowswell, P., Ausländer, Feltrinelli, 2010
Dowswell, P., Il ragazzo di Berlino, Feltrinelli, 2012
Dowswell, P., L’ultima alba di guerra, Feltrinelli, 2013
Dziersawska, Z., A testa in giù, Topipittori, 2014
Ellis, D., Sotto il burqa, Fabbri, 2002
Faeti, A., Dentro al rifugio, fuori dal guscio, in I diamanti in cantina, Bompiani 1995
Fochesato, W., La guerra nei libri per ragazzi, Mondadori, 1996
Folman, A., Polonsky, D., Valzer con Bashir. Una storia di guerra, Rizzoli Lizard, 2009 
Giardino, V., No pasaràn. Una storia di Max Fridman voll. 1-3, Rizzoli Lizard, 2011
Glidden, S., Capire Israele, Rizzoli, 2011
Hamelin, I libri per ragazzi che hanno fatto l’Italia, Hamelin Associazione culturale,  2011
Hamelin, Storia e storie, Rivista Hamelin n.27, 2011
Hartnett, S., L’asinello d’argento, Rizzoli, 2009
Hartnett, S., Lo zoo di mezzanotte, Cairo, 2012
Holub, P., Quell'ultima estate, Bompiani, 1998
Innocenti, R., Rosa Bianca, La Margherita Edizioni, 2008
Innocenti, R., Zee, R.V., La storia di Erika, La Margherita Edizioni, 2008
Ipcar, D., L'uovo meraviglioso, Orecchio acerbo, 2014
Levi, L., Una bambina e basta, e/o, 1994
Levine, La valigia di Hana, Fabbri, 2003
Lidberg, M., Rise and Fall, Nobrow Press, 2012
Macaulay, Nuove edizioni Romane
Maruki, T., Il lampo di Hiroshima, Perosini, 1991
Marzotto, Ballarini, Lefevre, Turetti, Quaderni della Valle Camonica. Rocce, Corraini, 2012
Marzotto, Ballarini, Lefevre, Turetti, Quaderni della Valle Camonica. Figure, Corraini, 2012
Marzotto, Ballarini, Lefevre, Turetti, Quaderni della Valle Camonica. L'archeologo, Corraini, 2012
Mattingley, C., Asmir di Sarajevo, Mondadori, 1994
Milani, M., I cavalieri della tavola rotonda, Mursia, 1982
Milani, M., La ricerca del Santo Gral, Mursia, 2007
Milani, M., Sognando Garibaldi, Piemme, 2005
Morpurgo, M., La guerra del soldato Pace, Salani, 2005
Morpurgo, M., Warhorse, Rizzoli, 2011
Morpurgo, M., Verso casa, Piemme, 2013
Muller, R., Il mondo quell’estate, Mondadori, 2009
Nakazawa, K., Gen di Hiroshima, 4 voll., Panini Comics, 1999
Nivola, C. A., Orani, Rizzoli, 2013
Nosaka, A., Una tomba per le lucciole, Kappa, 2013 
Orlev, U., La ricerca della terra felice, Salani, 2011
Orlev, U., L'isola in via degli uccelli, Salani, 1993
Palumbo, D., Sotto il cielo di Buenos Aires, Mondadori, 2013
Papini, A., Cari estinti, Kalandraka, 2014
Paulsen, G., Sarny, Mondadori, 1999
Paulsen, G., Un cuore da soldato, Mondadori, 2004
Petit, X.-L., Be safe, Rizzoli, 2011
Petter, G., Ci chiamavano banditi, Giunti, 1995      
Pigr, Libero tutti, Pigr, 2012
Pitzorno, B., L' Amazzone di Alessandro Magno, Mondadori, 2004
Pitzorno, B., La bambina col falcone, Salani, 1992
Rees, C., Il viaggio della strega bambina, Salani, 2001
Riordan, J., La notte in cui la guerra si fermò, Mondadori, 2014
Sacco, J., La Grande Guerra, Rizzoli Lizard, 2014
Sacco, J., La Grande Guerra, Rizzoli Lizard, 2014 
Satrapi, M., Persepolis, Sperling & Kupfer, 2003
Sattouf, R., L’arabo del futuro, Rizzoli, 2015
Schneider, H., Stelle di cannella, Salani, 2002
Sessi, F., Sotto il cielo d'Europa. Ragazze e ragazzi prigionieri dei lager e dei ghetti, Einaudi Ragazzi, 1998
Sgardoli, G., Il giorno degli eroi, Rizzoli, 2014 
Sharenow, R., La stella nel pugno, Piemme, 2012
Silei, F., Alice e i Nibelunghi, Salani, 2008
Silei, F., Bernardo e l’angelo nero, Salani, 2010
Sis, P., L’albero della vita, Rizzoli, 2005
Sis, P., Messaggero delle stelle, Rizzoli, 2009
Spiegelman, A., Maus, Einaudi, 2000
 Spinelli, J., Misha corre, Mondadori, 2004
Tan, S., L’approdo, Elliot, 2008
Tan, S., Memorial, Elliot, 2011
Traina, G., Di Giorgio, M., Il piccolo Cesare, Laterza, 2014
Tuono Pettinato, Garibaldi, Rizzoli, 2010
Vastano, L.,Tutta un’altra musica in casa Buz, Salani, 2005
Watanabe, Y., La storia di Sayo, Kappa, 2009
Weinhold, A., Chi erano e come vivevano i dinosauri, La coccinella, 2014 
Westall, R., Blizcat, Mondadori, 1995     
Westall, R., Golfo, Mondadori, 1994
Westall, R., La grande avventura, Piemme, 2011
Westall, R., Una macchina da guerra, Salani, 2010    
Ziliotto, D., Un chilo di piume un chilo di piombo, Einaudi, 1992


Le cose della geografia e dell’antropologia

Andréadis, I., Un bestiario de la preistoria, Petra ediciones, 2007
Armstrong Olea, M., Chi è stato?, Aam Terra nuova, 2015
Clohosy Cole, T., Space Race, Nobrow Press, 2012
Ellis, C., Casa, Emme, 2015 
Fréger, C., Wilder Mann. O la figura del selvaggio, Peliti Associati, 2012
Giarratana, S., Papini, A., Amica Terra, Fatatrac, 2015
Herbéra, G., Il signor senza testa, La Margherita Edizioni, 2012
Il libro delle case, a cura di Pinin Carpi, "Il mondo dei bambini", Emme Edizioni-Utet, 1978
Innocenti, R., Casa del tempo, La Margherita Edizioni, 2012
Jimi, L., Un pianeta che cambia, Minedition, 2013
Jolivet, J., Costumes, Les Grandes Personnes, 2013
Könnecke, O., Il grande libro del mondo, Babalibri, 2014
Martins, I., Carvalho, B., O mundo num segundo, Planeta Tangerina, 2013
Mizielinska, A., Mizielinski, D., Mappe, ElectaKids, 2013
Neves, N., Tra los montes, Publicações Serrote, 2010
Sis, P., Il muro, Rizzoli, 2008 
Uman, J., Vidali, V., Jemmy Button, Rizzoli, 2013



Le cose della botanica, della zoologia, della geologia, della meteorologia, dell’ecologia

Aladjidi V., Tchoukriel E., Inventario degli alberi, L’ippocampo Junior, 2012
Aladjidi V., Tchoukriel E., Inventario degli animali, L’ippocampo Junior, 2010
Aladjidi V., Tchoukriel E., Inventario degli insetti, L’ippocampo Junior, 2013
Aladjidi V., Tchoukriel E., Inventario degli uccelli, L’ippocampo Junior, 2015
Aladjidi V., Tchoukriel E., Inventario dei frutti e degli ortaggi, L’ippocampo Junior, 2011
Anna Bosco, Laboratorio Ecologia. Sorbire e attività di educazione ambientale per la scuola primaria, Erickson, 2013
Back, C., Watts, B., Il girino e la rana, Editoriale Scienza, 1991
Balzaretti, C., La poesia della natura, Erickson, 2007
Boisrobert, A., Giraud, L., Oceano, Corraini Edizioni, 2015
Bonfanti, P., Manuale di educazione ambientale, Laterza, 1993
Bussolati, E., Ravanello cosa fai?, Editoriale Scienza, 2013
Calì, D., Chaud, B., Non ho fatto i compiti perché…, Rizzoli, 2014
Carle, E., L’ippocampo, un papà speciale, Mondadori, 2005
Crausaz , A., Le quattro stagioni di un ramo di melo, L’ippocampo, 2014
Cucchiarini, F., Vita in mezzo a un prato, La Biblioteca junior, 2005
Delafosse, C., Badreddine D., Gli animaletti del bosco, L’ippocampo Junior 2014
Durrell, G., Guida del Naturalista, Arnoldo Mondadori Editore, 1983
Fantasies of the Library, Intercalations, 2015
Ferrari, N., Classi aperte sul mondo. Pensieri e percorsi di educazione ambientale nella scuola dell'infanzia e primaria, Edizioni Junior, 2013
Ferri, G., Gino, il piccolo grande girino, Edizioni Nord-Sud, 2008
Fogliano, J., Erin e. Stead, E poi… è primavera, Babalibri, 2013
Fortis De Hieronymis, E., Che tempo fa?, Interlinea, 2003
Frabboni, F., (a cura di) Ambiente s'impara, FrancoAngeli, 1998
Frattini, S., Qua la zampa, Panini, 2010
Godwin, S., Il caso del bruco scomparso : primo sguardo al ciclo vitale di una farfalla, Mondadori, 2000
Goleman, D., Intelligenza ecologica, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 2009
Gravel, E., Il verme, Salani, 2014
Harper, C., Coloring book of birds, AMMO Books, 2010
Henriques, R., Mare, La Nuova Frontiera, 2014
Honegger Fresco, G., Dalla parte dei bambini. La scuola dall'obbligo all'oblio, L'ancora del Mediterraneo, 2011
Hutts Aston, D., Long, S., Il timido seme, Motta Junior, 2007
Ipcar, D., I like animals, Flying Eyes Books, 2014
Jiménez, N. & E., Curto, R. M., Bleach! I rifiuti, Edizioni Paoline, 2015
Jiménez, N. & E., Curto, R. M., Clik! L’energia, Edizioni Paoline, 2015
Jiménez, N. & E., Curto, R. M., Puff! L’aria, Edizioni Paoline, 2015
Jiménez, N. & E., Curto, R. M., Splash! L’acqua, Edizioni Paoline, 2015
Jolivet, J., Zoo Logico, Rizzoli, 2012
Kanstad Johnsen, Å, Kubbe fa un museo, ElectaKids, 2013
Kliting, L., Teodoro coltiva fagioli, Editoriale Scienza, 2006
Kliting, L., Teodoro in bicicletta, Editoriale Scienza, 2007
Knister, Tharler, E., Te lo prometto, Edizioni Nord-Sud, 2006
Komagata, K., A cloud, One Stroke, 2007
Kruusval, C., L’albero di mele, Il castoro, 2007
Kuster, H., Storia dei boschi. Dalle origini a oggi, Bollati Boringhieri Editore, 2009
Laboratorio bosco. quaderni operativi di educazione ambientale, Edizioni Junior, 2002
Maguire, K., Kroll, D., Atlante della natura : scopri il mondo che cambia al ritmo delle stagioni, Mondadori Electa, 2015
Mari, I., Animali nel prato, Babalibri, 2011
Mari, I., L’albero, Babalibri, 2012
Morin, E., I sette saperi necessari all'educazione del futuro, Raffaello Cortina Editore, 2001
Muller, G., La vita segreta dell’orto, Babalibri, 2013
Munari, B., Il mare come artigiano, Corraini Edizioni, 1995
Peake, N., In the Wilds: Drawings by Nigel Peake, Princeton Architectural Press, 2011
Peixe Dias, M. A., Teixeira do Rosário, I., Carvalho, B., Lá Fora. Guia para descobrir a natureza, Planeta Tangerina, 2014
Persi, R., Didattica e ricerca ambientale, Carocci Editore, 2005
Peyrols, S., Come dormono gli animali, L’ippocampo Junior, 2014
Pittau & Gervais, Oxiseaux, Les Grandes Personnes, 2010
Pittau&Gervais, Primavera estate autunno inverno, Topipittori, 2011
Ramstein A., Aregui, M., Prima Dopo, L’ippocampo Junior, 2014
Rueda, C., No, Lapis, 2011
Russel, H., Disegnare in fondo al mare, Corraini Edizioni, 2011
Safirstein, J., Mémo des feuilles, éditions MeMo, 2012
Safirstein, J., Mémo des fleurs, éditions MeMo, 2012
Sakai, K., Nell’erba, Babalibri, 2011
Tafuri, N., Tutti i baci del mondo, Il castoro, 2012
Traini, A., Che buono signor Acqua, Piemme, 2015
Trentini, M., P., Quattro passi nella natura. Percorsi di esplorazione sensoriale e ambientale, Erickson, 2011
Ug, P., Il giardino delle farfalle, White Star Kids, 2015
Vast, É., Storia di un albero, Gallucci, 2012
VISTI DA VICINO, Editoriale Scienza
Volz, C., Ancora niente?, Arka, 2002
Walsh, M., 10 cose che posso fare per aiutare il mio pianeta, Editoriale Scienza, 2008
Walters, C., Quando arriva la primavera?, Fabbri, 1998
Watts, B., Il melo, Editoriale Scienza, 1992
Zavalloni, D., Zavalloni, G., Educare all'ambiente, Macro Edizioni, 1998
Zavalloni, G., La scuola ecologica, Macro Edizioni, 1996

giovedì 14 aprile 2016

Laboratorio "Ma come parli?"

Mercoledì 13 aprile, accompagnando la II elementare di Lavarone in una delle tante attività proposte da Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza, finalmente anch’io ho visitato il MUSE - Museo delle Scienze di Trento. A forza di rimandare, perché tanto sarei potuto andarci in un giorno qualsiasi in appena dieci minuti di macchina, ci sono arrivato dagli Altipiani con un’ora e mezza di corriera. Ma ne è valsa la pena. 

Assieme ai giovani alunni, accompagnati dalle maestre Mirella ed Erina, il viaggio passa in fretta perché tutti hanno qualche curiosità da raccontare. C’è chi è già stato al museo una, due, tre volte e mi anticipa ciò che di più strano gli è rimasto impresso. All’ingresso del MUSE si sono già formate le file per entrare; il prato è cosparso di studenti di ogni età venuti come noi in visita scolastica e infatti per tutta la mattina ci rincontreremo, ognuno seguendo il proprio laboratorio. 

Appena entrati nella grande sala al piano terra, rimango incantato dal maestoso scheletro di balena sospeso e dai tre piani di animali che ci osservano dall’alto. Facciamo la conoscenza di Mattia, l’operatore che ci illustrerà il laboratorio a cui parteciperemo, Ma come parli? Ha con sé una vecchia valigia e porta un gran cappello a cilindro. Ci trasferiamo al primo piano del museo per riflettere su quali mezzi gli animali utilizzano per comunicare fra loro. 


Un linguaggio non verbale, fatto di versi e di gestualità dal significato preciso e ben riconoscibile. Due grandi dadi, l’uno recante sulle facce sei animali diversi, l’altro sei umori diversi ci aiutano, attraverso il gioco, a immaginare le combinazioni più strane: che espressione avrà un serpente assonnato? E un topo arrabbiato? Mattia ci racconta, poi, che alcuni animali gli hanno scritto per chiedergli aiuto, animali ai quali di volta in volta ci avviciniamo, per meglio osservarli. 

Il primo “cliente” è un giovane cervo, lo vediamo da un piccolo video sul tablet, preoccupato per aver perso un corno; gli ricrescerà? Sì. Perché Mattia ci spiega la differenza fra corna e palchi e, proprio sotto due maschi di cervo impegnati a fronteggiarsi, scopriamo che spesso negli scontri per le femmine i palchi si spezzano o si danneggiano benché gli animali si feriscano molto raramente. 

Ma anche il cervo più attento è destinato, come tutti i suoi simili, a perdere il palco al termine della stagione riproduttiva. La comunicazione degli animali non si limita però ai richiami della stagione degli amori. La difesa dai pericoli e dai concorrenti spinge le volpi e le martore a defecare sempre nel proprio territorio, usandone l’odore come un segnale per gli intrusi. Un esempio più familiare di tale comportamento è il continuo orinare dei cani quando li si porta a passeggio. 

La seconda richiesta d’aiuto giunge a Mattia da parte di un postino di un piccolo paese di montagna; si lamenta di un cane che gli abbaia sempre contro e lo insegue. La ragione, ipotizza, è che essendo il cane un parente del lupo la sua indole sia aggressiva. Per riflettere su questo caso ci spostiamo proprio accanto ad un lupo e lo guardiamo un po’ meglio. Mattia appiccica alla sua valigia delle immagini di lupi in diversi atteggiamenti: con le orecchie abbassate e la coda fra le gambe, con le zanne scoperte oppure a pancia all’aria. 


Sono esempi della comunicazione gestuale che i lupi hanno nei loro rapporti sociali, rispettivamente di paura, di minaccia e di  sottomissione. Ciò non significa però che il cane che tanto spaventa il nostro postino voglia comportarsi come un lupo; anche se sono parenti non sono lo stesso animale! Così gli diciamo che con qualche coccola e un biscottino riuscirà in fretta a farselo amico.

Per rispondere all’ennesima richiesta d’aiuto, bisogna affinare l’olfatto. “Non sentite questa puzza?” Chiede Mattia, mettendosi un grosso naso posticcio; il naso bionico che lo aiuterà a seguire la traccia fino al piano superiore e che anche noi possiamo sentire, su delle piccole frecce adesive che ci guidano e che davvero emanano un odore sgradevole! È l’odore dell’acido formico. 

Questa volta, infatti, sono delle formiche a lamentarsi, scrivendo che le loro compagne più giovani ed inesperte non escono più dal formicaio in cerca di cibo, per paura di perdersi. Eppure è proprio la scia olfattiva che le aiuta ad orientarsi e a difendersi, emanando quell’acido che, non avendo il naso, possono seguire attraverso le antenne. 

Altri tipi di avvertimento che gli animali sanno comunicare sono quelli contro i pericoli, come i fischi delle marmotte, lunghi per i pericoli dal cielo e brevi e intermittenti per i pericoli terrestri. A volte, invece, gli animali hanno modi creativi per segnalare le proprie fasi di accoppiamento. All’ultimo piano, al cospetto di due imponenti aquile reali, scopriamo che questi uccelli, quando si fidanzano, eseguono spettacolari evoluzioni aeree, mentre i pavoni maschi prima mostrano la ruota alla femmina, poi le mostrano il sedere, per essere certi che la disponibilità e l’interesse siano sinceri. Un modo decisamente diverso di approcciare l’altro sesso è quello dei serpenti maschi, che per convincere la femmina ad accoppiarsi la prendono ripetutamente a testate. 


Un ultimo esempio di linguaggio animale che ci viene presentato è quello luminoso. Le lucciole maschio emettono infatti un segnale intermittente mentre volano qua e là di continuo; le femmine, al contrario, sono senza ali e rimangono a terra emettendo una luce fissa. Con questi scambi fluorescenti i due riescono così a trovarsi e a riprodursi. Ora che il nostro laboratorio in compagnia di Mattia è terminato, non ci resta che salutarlo e ringraziarlo prima di avventurarci in libera uscita in giro per il museo. 

Il tempo che rimane a nostra disposizione lo spendiamo fra le “giostre scientifiche” che ci permettono di creare vortici d’acqua, provare letti da fachiro e ascoltare sinfonie stringendo tra i denti un tondino d’acciaio. Ma non può mancare la visita alla serra tropicale, così rigogliosa e profumata da dare un po’ alla testa. C’è tempo ancora per un pranzo al sacco nel bellissimo prato antistante il museo e per giocare un po’ in libertà, rincorrendosi fino a rimanere senza fiato prima di ritornare verso la stazione degli autobus.


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Cronaca e fotografie di Alessandro B. per Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza

giovedì 7 aprile 2016

Laboratorio "Tutti in marcia! Migrazione e migrazioni nel mondo animale"

Oggi, 11 aprile, è un giorno veramente speciale. Dopo aver seguito i laboratori che musei e associazioni culturali stanno portando in giro per le scuole in seno ad Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza, adesso tocca a me presentarmi ai ragazzi non più come fotografo o scrittore di articoli ma come autore di un laboratorio tutto mio: Tutti in marcia! Migrazione e migrazioni nel mondo animale

Per fortuna i bambini e le bambine che ascolteranno la mia prima “lezione” li conosco già: sono gli alunni della II elementare di Folgaria e certo mi aiuteranno a sentirmi a mio agio. Ciò che andrò loro a mostrare è un piccolo viaggio alla scoperta dei fenomeni migratori; gli alunni saranno accompagnati nella scoperta dei “trucchi” dei migratori per antonomasia, gli uccelli, e delle loro tecniche di volo, ma anche di tutte le altre famiglie di animali che migrano: mammiferi, insetti, pesci.


Parlare di animali con i bambini è sempre piacevole; grazie al loro entusiasmo e al loro interesse le domande fioccano subito, così come gli interventi di chi già conosce alcuni argomenti e non vede l’ora di raccontarli ai propri compagni. Le curiosità e i “guinness dei primati” della natura sortiscono sempre effetto. Così la meraviglia si fa sentire quando si scopre che la sterna artica, nella propria vita, percorre sei volte la distanza dalla Terra alla Luna; che le anguille nascono e muoiono tutte nello stesso tratto di mare e che le balene possono respirare ogni 40 minuti. 

Per immergerci in questo mondo ci aiutiamo con qualche slide, con delle foto e con brevi video che ci mostrano i goffi decolli dell’albatro, le geometrie sfuggenti degli stormi di stornelli, lo spostamento in massa di milioni di farfalle monarca e l’irresistibile istinto migratorio delle anguille che le porta a strisciare fuori dall’acqua per superare gli ostacoli. Per rendere meglio l’idea di quanta differenza può esserci tra le diverse specie di uccelli, un bambino mi aiuta a srotolare uno spago di 3,40 metri: l’apertura alare dell’albatro urlatore che, messa accanto ai 3,25 cm di un colibrì, appare ancora più incredibile. 


Sono tante le cose da raccontare; come gli uccelli si dispongono e come si orientano, come le balene proteggono i loro piccoli seguendo un ordine di marcia ben preciso e come l’uomo aiuti le faticose risalite delle anguille con degli scivoli pensati apposta per loro, perché possano oltrepassare quelle barriere che abbiamo contribuito a costruire. 

Il tempo passa in fretta e non ce n’è abbastanza per tutte le curiosità. Anche i racconti e le esperienze si moltiplicano, stimolando tutti quanti, me compreso, a continuare la ricerca anche fuori dalle pareti dell’aula: quanti millimetri è grande un uovo di colibrì? Quanto pesa una balena? Quante ore di macchina ci vorrebbero per percorrere i 70.000 km annuali di una sterna? Chissà. 

Forse ci sarà l’occasione per un’altra lezione. Io oggi ne ho fatta una, ma ne ho ascoltate molte di più, almeno quante erano quelle mani alzate che non vedevano l’ora di conoscere insieme a me.

Alessandro Baldessari

Laboratorio "Lavorare l'argilla" 2016

Per i bambini di una classe della scuola primaria scoprire l’universo della divulgazione scientifica, obiettivo fondamentale del progetto Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza, può significare, innanzitutto, partecipare ad attività didattiche diverse dalla lezione frontale classica. Il fine è di vedere da vicino, toccare con mano e “fare”, in senso applicativo, esperienza delle conoscenze acquisite. 

Tuttavia queste attività rischierebbero di dimostrarsi fini a se stesse qualora non si trovassero inserite in un contesto dal senso più ampio, portatore di significati comuni che si esplicitassero verso una meta indipendente dai contenuti: il pensiero critico come fondamentale orientamento, e non soltanto nell’istruzione. 

Per dei bambini delle elementari sarebbe già importante chiarire a se stessi l’idea che un filo rosso collega i laboratori che vengono loro proposti in classe, anche attraverso il ricordo di un insolito “svago durante la scuola”. 


Tutto questo è un grande pregio che il laboratorio Lavorare l’argilla, promosso dal Museo Civico di Rovereto, ha contribuito a incentivare. La III elementare di Lavarone, infatti, ha potuto completare e approfondire, con l’attività proposta da Maurizio Battisti mercoledì 6 aprile, l’esperienza della gita alle Palafitte di Ledro fatta il lunedì precedente.

Al medesimo viaggio d’istruzione, per inciso, ha partecipato anche la IIIa di Folgaria ( vedi https://progettoapertamente.blogspot.it/2016/04/visita-al-museo-delle-palafitte-del.html) che ha così approfondito quanto lo stesso Maurizio Battisti aveva loro proposto con Lo scavo archeologico in classe.

Lavorare l’argilla voleva avvicinare gli alunni tanto alla manualità, modellando effettivamente con l’argilla tazze e piccoli vasi ispirati ai reperti preistorici, quanto alla storia e al significato di tale arte nel periodo storico di riferimento delle loro lezioni. Maurizio ha infatti preceduto la parte pratica del laboratorio con una breve introduzione su come è stata modellata l’argilla nella preistoria. 

Si è scoperto così che questo materiale, dalle precise caratteristiche, è stato utilizzato fin dal Paleolitico per modellare figure umane ed idoli. Col trascorrere delle epoche essa si è raffinata nelle tecniche e negli scopi. Pur rimanendo allo stadio di argilla cruda essiccata, si è cominciato ad utilizzarla per produrre utensili, vasi e contenitori con diverse modalità; si è passati dalla modellazione diretta del blocco al tornio, che permetteva maggiore precisione e simmetria. 


Ma la si è anche utilizzata per costruire o ricoprire le pareti delle abitazioni per isolarle e ripararle maggiormente dai pericoli d’incendio. L’evoluzione avrebbe poi introdotto la cottura e quindi la ceramica, fino ad arrivare alle raffinatezze della porcellana. Ma ciò è parte di una storia che si scoprirà più avanti. L’ultima slide lascia sullo sfondo l’immagine della capanna di un vasaio preistorico. È arrivato il momento di provare a imitarlo.

Ognuno con la propria argilla in mano, i bambini hanno iniziato a modellare tazze e vasi di ogni tipo e dimensione; dai più o meno stabili, circolari, sottili o svasati. Dopo aver dato una prima forma si è proceduto ad affinarla, assottigliandola e lisciando le pareti interne ed esterne, prima semplicemente con le dita e poi inumidendone le superfici. L’ultimo passo è stata la decorazione, eseguita con motivi geometrici con l’aiuto di stuzzicadenti e bastoncini dalla punta piatta. 

Nell’attesa di lasciarla asciugare, l’argilla rimarrà un ricordo divertente per questi bambini non solo per le loro manine completamente grigie ma soprattutto per quel piccolo oggetto con incise le loro iniziali che lascerà un po’ di preistoria nelle loro stanze. 


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Cronaca e fotografie di Alessandro B. per Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza

mercoledì 6 aprile 2016

Visita al Museo delle Palafitte del Lago di Ledro

Lunedì 4 aprile è un giorno importante per me: sto per andare in gita. Eh sì. Anche se non sono più studente, l’eccitazione per il viaggio d’istruzione rimane la stessa. Sarà una giornata diversa dagli altri laboratori che ho seguito nelle classi per Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza; anziché stare in compagnia dei ragazzi solo per un’ora o due, li accompagnerò per tutto il giorno e non soltanto nelle attività didattiche. E poi, saremo ben tre classi: la III elementare di Lavarone con le insegnanti Chiara Corradi e Federica Bertoldi, e la III A e la III B di Folgaria con le insegnanti Fernanda Filz, Luisa Rech e Carmen.

Scendendo in pullman dagli Altipiani la strada è lunga e tortuosa e c’è tutto il tempo per godersi il panorama ed imparare un po’ di geografia e di storia. Io stesso, per la prima volta, osservo il lago di Loppio e scopro dettagli interessanti circa questo biotopo che è la più estesa area palustre della Provincia di Trento. Fa impressione immaginare che quel prato fangoso fino al 1956 fosse un lago, con acqua sufficiente a far passare le galee veneziane. È incredibile, ma nel 1439 la Serenissima trasportò una flotta, da Chioggia a Torbole, risalendo l’Adige e attraversando il Loppio, per combattere i milanesi sul lago di Garda. E quindi perdere.


Quando arriviamo al museo, Luisa, la nostra guida, ci accoglie a ci aiuta a capire bene cosa sia la Preistoria e l’importanza che per questa hanno i reperti archeologici, in mancanza di scrittura. Usciamo quindi sul pontile per osservare più nel dettaglio le caratteristiche del sito. Fino al 1920 nessuno sapeva dell’esistenza dei resti delle palafitte; il livello del lago li ricopriva completamente. Fu il suo temporaneo abbassamento per la costruzione della centrale idroelettrica di Riva del Garda a riportarli alla luce. Osservando i boschi intorno a noi riconosciamo che i pali conservatisi sono di abete, larice e pino. Le conifere, facilmente reperibili, sono adatte alla costruzione per la loro resistenza e per la regolarità dei tronchi. Basamenti perfetti per le palafitte. La conservazione di materiali organici in acqua è stata possibile grazie alla scarsa presenza di ossigeno. 

Passati a visitare le palafitte ricostruite, abbiamo un’idea migliore delle loro strutture e delle attività che vi si svolgevano. Scavando accanto ai pali, sono stati rinvenuti reperti di ogni tipo: una canoa, decine di vasi e frammenti di terracotta, punte di selce, manici di attrezzi, armi. Le sementi, i legnami e il pane carbonizzati hanno fatto avanzare l’ipotesi che un incendio particolarmente grave, certo non l’unico, avesse spinto gli abitanti ad abbandonare il sito.

Dall’esterno della prima capanna notiamo tetti di canne – impermeabili, ci rassicurano – e pareti di canne impastate con terra cruda, per meglio preservarle dal fuoco. Ci vengono mostrate le ricostruzioni di un’accetta e di un ascia da carpentiere per scavare i tronchi, unitamente a dei pezzi non lavorati di rame e stagno: capiamo di trovarci di fronte alla capanna del fabbro, un fabbro dell’Età del bronzo. Il villaggio risale infatti a circa 4000 anni fa; più meno l’epoca di Hammurabi e dell’Impero Babilonese. Fuori dalla seconda capanna incontriamo pelli e corna di animali insieme a un falcetto e un raschiatoio di selce e mazzi di lino. È la capanna del cacciatore e dell’agricoltore, ma non solo. La fibra di lino rappresentava a Ledro, con le pelli, la materia prima degli indumenti neolitici. 

Nell’ultima capanna possiamo sedere tutti insieme su panche rivestite di pelliccia, attorno al focolare. Restiamo in silenzio per meglio ascoltare la traccia sonora che riproduce i rumori che, probabilmente, avremmo sentito in un villaggio come quello. Si odono risa e colpi di tosse, animali, pioggia, martelli e seghe. Adesso però è quasi ora di pranzo. È tempo di preparare la merenda preistorica.

Tornati dentro il museo, Luisa ci mostra quali cereali venivano coltivati a Ledro; frumento, farro, orzo e miglio. Venivano macinati a mano su grosse lastre di pietra levigata con l’aiuto di pietre rotonde che li schiacciavano e li frantumavano fino a ridurli in farina. Le macine sono là davanti a noi e bisogna rimboccarsi le maniche se vogliamo mettere qualcosa sotto i denti. Faremo il pane noi, partendo da zero come un tempo e impastandolo con un po’ di latte ma senza lievito. Al tempo non si conosceva ancora! I bambini si danno il turno alle macine e quindi all’impasto del pane; è tutto molto divertente ma…che fatica! 

La farina del supermercato è decisamente più comoda. A mano a mano le nostre piccole focacce rotonde vengono cotte all’esterno su lastre di ardesia riscaldate dal fuoco. Dopo qualche minuto ne abbiamo un cesto pieno e una lunga tavolata viene apparecchiata. Ci viene l’acquolina in bocca a sentire quel profumo e non basta; accompagneremo il nostro pane con marmellata di piccoli frutti, miele, ricotta fresca e formaggio di pecora o di capra. Anche se preistorica, la dieta dei palafitticoli non era per niente male. Dopo questo goloso spuntino è ora del pranzo portato da casa e di un po’ di relax nel prato circostante il museo.

Rifocillati e svagati, siamo pronti per le ultime due attività del pomeriggio. La prima è un gioco da detective. Veniamo divisi in cinque gruppi; ogni gruppo rappresenta un mestiere tipico di quella civiltà ma dobbiamo scoprire quale. I nostri indizi sono riposti in una scatola di legno colorato. Al suo interno troviamo dei materiali, le fonti primarie della nostra occupazione e dei nostri strumenti. Di nuovo approfondiamo il mestiere degli agricoltori ed allevatori, dei cacciatori, dei lavoratori del bronzo e dei lavoratori del legno e della selce. Nell’ultima scatola c’è una collana d’ambra. E questa che c’entra? 

Scopriamo allora che l’ultima occupazione misteriosa non è di un abitante del villaggio; sono i commercianti, che in infiniti scambi e passaggi di mano già all’epoca riuscivano a far arrivare fin qui la preziosa resina fossile dalla Danimarca e dal Baltico. Ora possiamo compilare una scheda per ogni gruppo di lavoro andando a spulciare tra le teche del museo, provando a immaginare quali di quei reperti potessero appartenere alla nostra categoria di artigiani. 


Ormai è quasi tempo di salutarci ma non prima di aver provato un ultimo assaggio di Neolitico: il tiro con l’arco! Ognuno di noi ha a disposizione due tiri per tentare di centrare il bersaglio. Vi assicuro che non è per niente semplice e i risultati spesso inaspettati. Il miglior arciere si è rivelata una bambina, con buona pace di certi baldanzosi maschietti che hanno visto le loro frecce allontanarsi di poco dalla punta delle scarpe.

Una giornata così intensa sarà difficile da dimenticare ma per essere più sicuri, meglio comprare qualche souvenir. Mentre sul pullman torniamo verso Folgaria e Lavarone sbadiglio e mi calano le palpebre ma tutto intorno a me c’è ancora energia per schiamazzare allegramente. Chissà dove vanno a prenderla. Domani, per sicurezza, merenda preistorica!  


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Cronaca e fotografie di Alessandro B. per Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza